La domanda
Sai vivere lo sport e il divertimento come esperienza di incontro, di relazione, di festa?
La sfida
Lo sport è un altro grande ambito di crescita e di confronto per i giovani, nel quale la Chiesa sta investendo in molte parti del mondo. Papa Francesco lo inserisce nell’ambito dell’educazione informale, su cui invita a puntare a fronte dell’impoverimento intellettualista di quella formale. Gli esperti ritengono che le nostre siano ormai “società sportivizzate”, e questo vale in particolare per il mondo giovanile. Vanno interrogati però i valori e i modelli che, al di là della retorica, la nostra società trasmette attraverso la pratica sportiva, assai spesso focalizzata sul successo a ogni costo, anche con l’imbroglio, relegando nell’oblio la fatica e l’impegno di chi esce sconfitto.
Come i grandi concerti, anche gli eventi sportivi di massa costituiscono esperienze di costruzione di identità collettiva, con caratteri marcatamente rituali. Pure il mondo dello sport non è esente da forme di manipolazione commerciale e speculativa, da pratiche contrarie alla dignità della persona oltre che ai valori del fair play (come il doping, diffuso anche a livello giovanile e amatoriale, o la corruzione) e da contiguità con forme di violenza su cui pesano anche scontento e tensioni sociali extrasportive. È anche un potentissimo strumento di integrazione di quanti patiscono forme di esclusione e marginalità, come provano molte esperienze, ad esempio quella del movimento paraolimpico. (N. 39-40 Instrumentum Laboris)
La santità nel quotidiano
SAN TOMMASO MORO
Tommaso Moro nacque a Londra il 7 febbraio 1478, figlio di un importante avvocato e giudice. Entrò a corte di Enrico VIII nel 1520 e su nominato cavaliere. Fu tra gli umanisti più apprezzati n Europa, grande amico di Erasmo di Rotterdam, che gli dedicò Elogio alla Follia.
Con il diffondersi della Riforma, fu sempre strenuo difensore della cattolicità, considerando le tesi di Lutero come una fattuale chiamata alle armi che avrebbe diviso Chiesa e società. Da consigliere e segretario del Re, contrastò Lutero censurando le traduzioni della Bibbia e imprigionando diversi predicatori riformati. Durante la sua vita e dopo fu spesso accusato di torture e fustigazioni verso i protestanti, che lui sempre rigettò e ancora oggi dividono gli storici.
Ebbe una grande carriera di autore letterario e tra le sue opere spicca “Utopia”, parola da lui coniata, in cui rappresenta una società ideale, descrivendone il sistema politico e sociale, un lavoro decisivo nello sviluppo del pensiero politico moderno.
Nel 1529 Enrico VIII pretese il divorzio, ma il papa si ritenne contrario. Il re nominò Cancelliere Moro perché gli facesse mutare idea. Fervente cattolico, Moro si rifiutò. Il re pretese per sé, allora, il dominio sulla Chiesa d’Inghilterra e il clero gli dovette giurare fedeltà. Moro era un laico, ma si dimise comunque. Con una successiva legge, il re poté chiedere il giuramento a chiunque volesse. Lo domandò a Moro che rifiutò e fu imprigionato e in seguito giustiziato per tradimento il 6 luglio 1535.
Papa Francesco ha raccontato di pregarlo ogni mattina, recitando una preghiera scritta da Moro che inizia con “Dammi Signore una buona digestione e anche qualcosa da digerire” e chiude “Dammi Signore il senso dell’umorismo e fammi la grazia di capire gli scherzi, perché nella vita abbia un po’ di gioia...”. Scrive il Papa “Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo […] (Gaudete et exultate). E ancora ha detto “Il senso dell’umorismo è una grazia che io chiedo tutti i giorni. Perché ti solleva, ti fa vedere il provvisorio della vita e prendere le cose con uno spirito di anima redenta. È un atteggiamento umano, ma è il più vicino alla grazia di Dio.” E anche Benedetto XVI disse “Bisogna saper vedere anche l’aspetto divertente della vita e non prendere tutto così seriamente. Gli angeli possono volare perché si prendono alla leggera, diceva Chesterton”.
Quando Moro fu giustiziato, ringraziò il boia del servizio che gli rendeva, lo baciò con affetto, si bendò da solo, dolcemente si stese per essere decapitato e d’un tratto si alzò per spostare la barba e salvarla dall’ascia. “Questa per lo meno non ha tradito nessuno”, scherzò. Poi arrivò il colpo.